mercoledì 8 luglio 2015

Rosa antico.





Tra un po' la mia patente rosa di stoffa verrà vaporizzata. Mi daranno la tesserina a "carta di credito", che alla fine dei 5 anni di validità (perché ho passato il cinquantello, anche se io non ci credo), dovrà essere rifatta di sana plastica. È un pezzo di storia che se ne andrà, quel fazzoletto rosa antico con la foto sopra, e tutti i bolli dagli anni '80. La foto: beh risale ai miei diciott'anni, a quegli occhiali enormi "perché sa, così il campo visivo è maggiore, e riparano anche dai moscerini e dalla sabbia", con i capelli cortissimi, probabilmente una predizione della calvizie che poi mi avrebbe arredato il capino. Le rare volte che ho dovuto mostrarla a qualche agente mi sono sempre chiesto come facesse a capire che ero davvero io il titolare del documento, che non era una patente rubata, o con una foto falsa. Vi lascio immaginare le condizioni in cui è un pezzo di stoffa tenuto per trentacinque anni dentro diversi portafogli; loro cambiavano, lei no, lei si accomodava senza tante storie nella sua nuova casa, sapendo che non avrebbe avuto tante occasioni di prendere aria, non fosse stato per me, che per far ridere qualche amico, ogni tanto la esibivo per mostrare la foto tessera, un capolavoro di inchiavabilità. Io sono anche quello che ha avuto scritto sulla carta d'identità, alla voce capelli, la dicitura "calvo". Ora, io calvo non sono, ma quella mattina avevo i capelli superstiti tagliati con la lametta, insomma, a palla da biliardo. L'impiegata dell'anagrafe non ha voluto sentire ragioni, "lei questa mattina mi è venuto calvo e non posso scrivere altro". Ho avuto la pazienza di un santo cercando di spiegarle che per "capelli" intendevano il colore, infatti alla voce "occhi" non c'era scritto "due", ma "castani". Niente da fare. E anche con quella chicca ho fatto divertire un sacco di gente che non credeva che avessi davvero quella dicitura sul documento. E poi la beffa, l'estensione a dieci anni della validità, cavolo, proprio di quella carta! Ecco, anche quando ho abbandonato la vecchia C. I. ho pensato, cavolo adesso se dico che avevo scritto calvo, chi ci crederà più? I documenti cambiano, la nostra identità, no.

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