giovedì 8 maggio 2014

Il Biomotivatore. (D. Menghi - F. Gaddoni)

Vi basta una telefonata. Il costo è davvero modesto. Potete chiamare da fisso o mobile, 24 ore su 24. Una semplice selezione numerica vi consentirà di accedere alla funzione desiderata.
Questo servizio telefonico è l’occupazione che mi sono inventato e che mi consente di sbarcare il lunario in maniera più che decorosa. Non immaginate quante persone abbiano la necessità di svolgere normali funzioni biologiche, ma non ne siano in grado per cause essenzialmente psicosomatiche. 
Nel caso di un intestino poco vivace, digitando il tasto 1 dopo il messaggio di benvenuto, mentre siete seduti sulla tazza o, nell’ipotesi peggiore, appollaiati sulla turca in precario equilibrio, una voce registrata vi incoraggerà, per tutto il tempo che vi sarà necessario per espletare la funzione, mormorandovi all’orecchio “Dai spingi, spingi forte, pensa a liberarti, pensa a come ti sentirai meglio...”. 
Il tasto 2 è dedicato alla vescica ritrosa, timida. In sottofondo udirete torrenti di montagna e cascate canadesi, mentre la voce dell’operatore pronuncerà un semplice “Pssssss....” prolungato. 
Premendo il tasto 3, dedicato al rapporto sessuale difficoltoso,  si potrà navigare nelle sottosezioni 1 2 3, a seconda del grado di incitamento necessario per lo scopo. La sottosezione 4 prevede anche l’uso di un vocabolario triviale che non ritengo opportuno riportare.
Col tasto 4 si accede al messaggio destinato agli insonni, ai rifiutati da Morfeo. Un sottomenù permetterà di scegliere tra: ninne nanne di tutti i paesi del mondo, i belati di un grande gregge da contare, un discorso qualsiasi di Mario Monti. 

Il servizio sta andando alla grande e sto lavorando per ampliarlo. Dedicherò il tasto 5 a chi non si innamora, il 6 a chi non si disamora, il 7 a chi ha paura di tutto, l’8 a chi non crede a nulla, il 9 a chi crede a tutto. Compreso quello che ho scritto.

mercoledì 7 maggio 2014

Il nano da giardino. (D. Menghi - F. Gaddoni)


C’è da dire che non ho proprio il fisicdurol (ho studiato tedesco), infatti sono alto 1 e 87, ma ho un mio sistema per arrivare alle misure standard iso-100255, stabilite dalla Convenzione di Walldeesney.   Alla sola funzione decorativa io ne ho aggiunta un’altra che, con i tempi che corrono, mi ha aperto moltissime opportunità, e ha fatto sì che io sbaragliassi il mercato e diventassi il nano da giardino più richiesto. Io fungo (nel senso meno micotico del termine) da antifurto.
Per svolgere questa funzione rimango rigorosamente fedele alle caratteristiche del nano che mi è stato chiesto di interpretare. Ecco brevemente come mi comporto in caso di intrusione:
- Brontolo: mi incazzo di brutto, urlo, minaccio.
- Eolo: starnutisco violentemente e rumorosamente.
- Cucciolo: guaisco, chiamo i malintenzionati chiedendo loro coccole ad alta voce.
- Dotto: con domande di carattere di cultura generale e di storia del furto dai sumeri a giorni nostri, metto a nudo la scarsa preparazione dei ladri che, presi da sconforto, rinunciano.
- Pisolo: russo fragorosamente. 
- Gongolo: bagno i malcapitati delinquenti, deridendoli, con il tubo per annaffiare il giardino, anche in gennaio.
- Mammolo: è il meno richiesto per via della sua timidezza che gli impedisce di reagire in qualsiasi modo, se non arrossendo. 
Non pochi furti sono avvenuti nelle case dove interpretavo quest’ultimo, motivo per il quale sono stato obbligato a stipulare un’assicurazione personale.

Quasi dimenticavo... per ovviare al mio metro e ottantasette ho un sistema molto semplice: pratico nel giardino, nel punto in cui mi vogliono collocare, due buchi di circa 80 centimetri dove infilo le gambe. Se si tratta di un cortile in cemento uso, naturalmente, un martello pneumatico. Il costo ovviamente sarà più elevato.

martedì 6 maggio 2014

Il derussatore. (D. Menghi - F. Gaddoni)


“Licenziato?”
Sì, licenziato a cinquantasei anni per scarso rendimento. Comprensibile, visto che la notte non riuscivo a chiudere occhio per via di quella mietitrebbia di mia moglie. Abitavamo in una casa piccola, con una sola stanza da letto e un divano ad angolo, scomoderrimo. Inoltre avevamo la doccia e non la vasca, per motivi di spazio; dovevo per forza dormire vicino a una donna che russava appena chiudeva gli occhi e smetteva solo al suono della sveglia. Di tutti i sistemi provati, l’unico che avesse dato qualche risultato, era la classica raffica di bacini, tipo quella che si fa quando si chiama il gatto. Efficace sì, ma per non più di qualche minuto. Una tragedia, sfociata nel licenziamento.
C’è chi s’abbatte e c’è chi s’ingegna. Non potevo dormire di notte? L’avrei fatto di giorno. Come avrei campato? Aiutando, a pagamento, le persone con il mio stesso problema. Sono diventato un derussatore.
Principalmente svolgo il mio lavoro in ambito privato, presso coppie obbligate a dividere lo stesso talamo. Colloco una sedia di fianco alla parte del letto del disturbatore e mi attivo al bisogno. Nel caso che entrambi russino, sono costretti, loro malgrado, a posizionarmi in mezzo a loro, in modo che io possa, solamente girando il capo, dedicarmi all’uno o all’altra.
Col tempo ho affinato moltissimo la mia tecnica di emissione, riuscendo a modulare la frequenza del suono, a seconda del soggetto da trattare.
In seguito, grazie al passaparola, sono stato contattato da grandi strutture di accoglienza: dormitori, carceri, campings. Il lavoro, rispetto alla casa privata, prevede che io non stia fermo durante il turno, ma che giri tra i letti o le brande nei dormitori; in compagnia del secondino lungo i corridoi delle prigioni; tra tende e roulottes nei campings. Capita, in questi ultimi, che si facciano anche delle conoscenze; mi riferisco soprattutto ai prostatici che spesso, durante la notte, escono, e con cui si ha l’occasione di fare una chiacchierata o una pisciatina insieme.
Sistemata la parte lavorativa, rimaneva da ricostruire quella sentimentale. Mia moglie mi aveva lasciato per un commercialista conosciuto in vacanza a Cervia.
Poco tempo dopo il destino ha deciso di darmi una mano, facendomi incontrare la titolare di un laboratorio di pasticceria, con cui ora convivo. Ambedue lavoriamo di notte. Ambedue dormiamo di giorno. O meglio, io dormo. Lei no. Io russo.