martedì 6 maggio 2014

Il derussatore. (D. Menghi - F. Gaddoni)


“Licenziato?”
Sì, licenziato a cinquantasei anni per scarso rendimento. Comprensibile, visto che la notte non riuscivo a chiudere occhio per via di quella mietitrebbia di mia moglie. Abitavamo in una casa piccola, con una sola stanza da letto e un divano ad angolo, scomoderrimo. Inoltre avevamo la doccia e non la vasca, per motivi di spazio; dovevo per forza dormire vicino a una donna che russava appena chiudeva gli occhi e smetteva solo al suono della sveglia. Di tutti i sistemi provati, l’unico che avesse dato qualche risultato, era la classica raffica di bacini, tipo quella che si fa quando si chiama il gatto. Efficace sì, ma per non più di qualche minuto. Una tragedia, sfociata nel licenziamento.
C’è chi s’abbatte e c’è chi s’ingegna. Non potevo dormire di notte? L’avrei fatto di giorno. Come avrei campato? Aiutando, a pagamento, le persone con il mio stesso problema. Sono diventato un derussatore.
Principalmente svolgo il mio lavoro in ambito privato, presso coppie obbligate a dividere lo stesso talamo. Colloco una sedia di fianco alla parte del letto del disturbatore e mi attivo al bisogno. Nel caso che entrambi russino, sono costretti, loro malgrado, a posizionarmi in mezzo a loro, in modo che io possa, solamente girando il capo, dedicarmi all’uno o all’altra.
Col tempo ho affinato moltissimo la mia tecnica di emissione, riuscendo a modulare la frequenza del suono, a seconda del soggetto da trattare.
In seguito, grazie al passaparola, sono stato contattato da grandi strutture di accoglienza: dormitori, carceri, campings. Il lavoro, rispetto alla casa privata, prevede che io non stia fermo durante il turno, ma che giri tra i letti o le brande nei dormitori; in compagnia del secondino lungo i corridoi delle prigioni; tra tende e roulottes nei campings. Capita, in questi ultimi, che si facciano anche delle conoscenze; mi riferisco soprattutto ai prostatici che spesso, durante la notte, escono, e con cui si ha l’occasione di fare una chiacchierata o una pisciatina insieme.
Sistemata la parte lavorativa, rimaneva da ricostruire quella sentimentale. Mia moglie mi aveva lasciato per un commercialista conosciuto in vacanza a Cervia.
Poco tempo dopo il destino ha deciso di darmi una mano, facendomi incontrare la titolare di un laboratorio di pasticceria, con cui ora convivo. Ambedue lavoriamo di notte. Ambedue dormiamo di giorno. O meglio, io dormo. Lei no. Io russo.

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